iPadOS, Catalyst e Sidecar

Jun 17, 2019 · 7 mins read · Costantino Pistagna · @valv0

iPadOS, Catalyst e Sidecar

Avevo deciso di non parlare ed esprimere commenti sul nuovo iPad Pro sin dalla sua prima uscita. In fondo, pensavo si trattase dell’ennesima mossa commerciale di una Apple con al comando Tim Cook – abile uomo d’affari e solo lontanamente visionario – che mira al profitto ed alla vendita in un segmento commerciale oramai saturo. No, parlarne avrebbe solo alimentato il brusio dei blogs e dei fanatici, in un modo o nell’altro.

Mi sbagliavo. Questo prodotto merita tutta la nostra attenzione per una serie di ragioni che proverò a raccontarvi.

Andiamo per ordine. Il mercato dei tablet è saturo ed in discesa vertiginosa. KGI, sostiene che insieme ad iPhone contribuirà ad un calo mai visto, durante il periodo 2016/2020, delle vendite di dispositivi iOS. Sarà anche vero, ma questo non significa che non ci sia spazio per innovare.

Probabilmente l’utente medio coglierà queste innovazioni con ritardo o forse non le coglierà proprio, ma questo non significa che a Cupertino non stiano provando ad innovare. Quello che ci si aspetta da un Tablet – e che Phil Schiller ha teatralmente raccontato durante la presentazione del 21 Marzo 2016 – è l’abilità di rimpiazzare in tutte le attività quotidiane i nostri vecchi personal computer. Apple sostiene dalla prima introduzione di iPad Pro che il nuovo iPad è il sostituto ideale del «noioso» PC anni ‘80. Meglio, è l’interpretazione in chiave moderna del modo di esprimersi, creare, studiare e divertirsi. Sarà vero?

Approfittando delle novità presentate alla WWDC 2019, ho deciso di effettuare un test approfondito con un iPad Pro per capirne lo stato dell’arte e quanto la proposizione di cui sopra sia vicina alla realtà. Non ho usato la tastiera venduta come accessorio per una semplice ragione: si può usare solo in una posizione forzata (quindi niente scrittura estrema sul divano o nel letto) e costa uno sproposito. Per questa mia settimana di prova ho deciso di usare una molto più performante e confortevole tastiera Apple bluetooth; ho la libertà di muovermi e mettermi come e dove voglio. Oltretutto, quando sono in mobilità non vedo proprio cosa potrei farmene di una tastiera fisica in generale.

Apple pencil, invece, è spettacolare. L’uso della matita è così radicato nella nostra cultura moderna che usarne una con un iPad risulterà quasi più naturale delle dita stesse (per alcune attività le dita continuano ad essere superiori in termini di efficacia e riscontro).

Anche la nuova revisione della penna ha fatto passi da gigante rispetto alla prima versione che aveva un cappuccio per nascondere il jack di ricarica praticamente perso prima ancora di aprire la confezione, nessun alloggiamento dove conservare la penna nell’iPad con sicurezza e, tralascerei volentieri questo dettaglio, un meccanismo di ricarica davvero controverso.

Sicuramente siamo ad un punto di svolta, ma dire che il nuovo iPad è un sostituto del personal computer è quantomeno una forzatura. Il mio mestiere è scrivere applicazioni oltre che coordinare un team di sviluppatori. Tutte operazioni che definisco «complesse» non per il loro contenuto, ma per la modalità di espletarle. Immaginate una giornata tipo con un centinaio di email a cui rispondere, una ventina di telefonate su cui prendere appunti, due o tre progetti Xcode aperti su cui fare revisione del codice ed una infinità di documenti da consultare, annotare e scrivere. Sono assolutamente convinto che questo mestiere sia dannoso per la propria salute mentale e fisica, ma oramai è troppo tardi per cambiare rotta ed in fondo, mi piace molto.

Chiaramente, con queste premesse, l’iPad Pro non può assolutamente essere un sostituto del mio MacBook Pro: ci sono troppe cose che risultano più macchinose e meno precise. Così come ci sono operazioni che risultano estremamente semplici, veloci ed efficaci. Prendere appunti, rispondere alle email, scrivere quest’articolo e comunicare è di una semplicità disarmante.

Non fraintendetemi, non è un discorso di potenza: il nuovo iPad ne ha da vendere e basta fare una piccola ricerca per vedere l’esplosione rigogliosa di centinaia di comparazioni di potenza tra iPad e Macbook. Siamo davanti ad un gioiello, in termini di tecnologia, che non ha nulla da invidiare ad un portatile di fascia alta.

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Fortunatamente per noi, il problema è un altro. È evidente che iOS per come lo conosciamo mostra i suoi limiti. Per chi ha avuto modo di usare e lavorare con la prima versione di iOS non potrà che notare gli incredibili cambiamenti e sforzi che sono stati fatti negli anni. iOS7 ha cambiato il nostro modo di pensare le interfacce; iOS8 ci ha mostrato che non è una questione di quante applicazioni riesci a tenere aperte in contemporanea ma di come le fai dialogare tra loro; iOS9 ha consolidato la comunicazione tra dispositivi rendendo un piacere per la mente il passaggio da un dispositivo all’altro. iOS 10, 11 e 12 sono stati un continuo affinare dettagli di stabilità , stilistici, di usabilità e di esperienza che pochi altri nel mondo del software hanno avuto il coraggio di fare in un periodo così lungo: ci vuole coraggio a non inondare ogni nuovo rilascio del sistema operativo con funzionalità poco testate, poco usabili e poco studiate.

Mancava ancora qualcosa per chiudere il cerchio. Questo qualcosa Microsoft ha provato, a suo modo, a rappresentarlo con Windows 10 e Microsoft Surface. Google prova a rappresentarlo da anni con il concetto di un web (e di un browser) confluente in cui è possibile fare tutto, aspettando che arrivi Fuchsia.

Apple, invece, con una mossa a sorpresa, ha mostrato la sua visione della tanto agognata convergenza tra i dispositivi. Sto parlando di iPadOS e di Catalyst.

Fig.1

Essere una grande azienda non è facile. Ti confina dietro una difficile posizione in cui tutti si aspettano sempre “qualcosa in più”. Apple, dunque, doveva rendere questo concetto in maniera diversa — Think different, direbbe qualcuno.

Nessun utente Apple si sarebbe accontentato di avere il desktop e la barra di Finder sul proprio iDispositivo. D’altronde si sa, gli utenti Apple sono un pò più esigenti e creativi.

E così, ecco arrivare iPadOS. Non è un nuovo sistema operativo ma, semplicemente, una estensione di quell’iOS che oramai siamo stati abituati ad usare ed amare. Estensioni che ne abilitano funzionalità nuove e mai viste: Multitasking, Desktop e funzionalità di interconnessione che tutti avevamo solo sognato. Dando un occhiata da vicino alle API disponibili con iOS13, si nota che ci sono un’infinità di nuove risorse per creare drivers e meccanismi di comunicazione ed interfaccia USB. Fantastico.

Non credo ci sarà una convergenza piatta e scontata come quella che ci ha mostrato e raccontato Microsoft. Non credo che succederà mai che lo schermo del mio Macbook diventi touch. Allo stesso tempo, però, vedo che portare un’applicazione nativa su macOS da iPad è un gioco da ragazzi e che lo schermo del mio iPad può diventare quella superficie tattile tanto desiderata con cui colloquiare con il proprio computer attraverso Sidecar.

Fig.2

Apple, proverà a mostrare come lo stile e la visione d’insieme, prima di tutto, possano essere il principio di un cambiamento sottile ed elegante, ma non per questo meno efficace, al nostro modo di dialogare con le macchine.

A mio personale modo di vedere, questo giugno la WWDC ha presentato davvero tante grandi novità, tra queste l’introduzione di iPadOS, Continuity e Catalyst.

Sarà probabilmente un evento che resterà nella storia e che segnerà un passaggio epocale per tutti quelli che hanno ancora bisogno del vecchio desktop e della barra di Finder per lavorare. Se non mi credete, provate a collegare una tastiera al nuovo iPad Pro e premete ⌘+Tab.

Costantino Pistagna
Costantino Pistagna · @valv0 Costantino is a software architect, project manager and consultant with more than ten years of experience in the software industry. He developed and managed projects for universities, medium-sized companies, multi-national corporations, and startups. He is among the first teachers for the Apple's iOS Developer Academy, based in Europe. Regularly, he lectures iOS development around the world, giving students the skills to develop their own high quality apps. While not writing apps, Costantino improves his chefs skills, travelling the world with his beautiful family.