Un colpo di genio. Una mossa che nessuno si aspettava. Nemmeno i leakers più incalliti erano riusciti a cogliere l’essenza di quel buco magico che si vociferava, fino ad un paio d’ore prima, dovesse prendere una forma digitale non ben identificata.
Centinaia di parole e minuti spesi a parlarne. I disfattisti erano già pronti ad indicare la fine di Apple, che avrebbe perso il suo brand distintivo: il notch. Qualcun altro, più colto, si domandava se questa scelta non avesse portato a pericolose asimmetrie e difficoltà cognitive rispetto ai contenuti fruiti a schermo. Qualcun’altro giurava di avere le prove che quel notch sarebbe diventato una i di iPhone rovesciata in orizzontale.
Una cosa è certa. Nessuno è riuscito a togliere uno strabiliante effetto sorpresa a Tim Cook ed alla sua Apple.
Così, eccoci qui ad ammirare attoniti e senza parole l’ultimo colpo da maestro messo a segno da Apple nel suo evento di ieri 7 settembre 2022: L’isola dinamica o per dirla in inglese che forse rende meglio, la: Dynamic Island.
Un concetto che esprime chiaramente come il disegno di Apple si evolva negli anni secondo un copione preciso e senza mai andare a casaccio.
Nel 2017 (5 anni fa, ndr.) Apple annuncia al mondo il suo iPhone X, il primo dispositivo dotato di notch, una tacca posizionata al centro dello schermo in alto e destinata ad ospitare gli ingombranti sensori per il riconoscimento facciale e la telecamera frontale. La scelta è fortemente discussa e balza agli occhi della cronaca IT specializzata con un misto di assensi e dissensi, come sempre, aggiungerei.
All’epoca si parlava già di display OLED e l’iPhone X ne era dotato. Abbiamo visto altre 4 revisioni di questo notch passando per Xs, 11, 12 e 13. Nelle ultime revisioni ne è stata ridotta leggermente la dimensione ed in questi 5 anni è diventato un pò parte di noi: un’identità univoca del brand Apple e del dispositivo iPhone. Copiato in innumerevoli tentativi dalla concorrenza, ma mai eguagliato nella sua stupida ed assoluta semplicità.
Siamo nel 2022 ed i tempi sono maturi per andare oltre. Il display montato a bordo del nuovo iPhone 14 Pro ha un valore di contrasto di picco pari a 2.000.000 : 1 ed una resa dei neri pura come non mai.
E’ il momento, insomma, di rendere creativi quei buchi sullo schermo che continuano a rimanere indispensabili per ospitare i sensori e le telecamere.
La tecnologia è ora pronta a trasformarsi in magia per dare all’utente la sensazione che quei buchi non siano un impedimento ma, al contrario, una feature per rendere più fluida ed indimenticabile l’esperienza a bordo del nuovo iPhone.
Mi viene da sorridere perché, anche in questo, trovo un’analogia con la filosofia dell’amato e compianto Steve Jobs che, tramutò un problema hardware a bordo degli iPhone 4 in una killer feature e dando vita al mercato delle cover e dei bumper.
Che dire? Il risultato di quest’isola dinamica fa sembrare di colpo tutto vecchio. Qualunque declinazione esistente del notch, sembra di colpo portarci indietro di ben oltre 5 anni dando un senso di vecchio a tutta l’esperienza a contorno.
Mi viene in mente uno spot Apple a me molto caro che, a mio parere, racchiude perfettamente il processo di ideazione e realizzazione di questo capolavoro di sinergia tra hardware e software.
C’è uno straparlare sul fatto che la Apple di oggi non sappia più innovare e che non ci sia molto altro da tirare fuori dai nostri smartphone. In parte è vero: siamo al confine di un’isola e, prima o poi, dovremo salpare per cercare altre terre.
Sapere innovare è anche questo: vedere all’orizzonte qualcosa che non c’è e trasformare questo qualcosa in un’isola reale e tangibile.